BRUNO DI MARINO
SGUARDI LUMINOSI
... Ma cosa guardano queste statue? Come scrive Jean-Luc Nancy in un suo celebre saggio – che, pur se dedicato alla ritrattistica in pittura, può facilmente essere adattato alla statuaria –: «Lo sguardo del ritratto non guarda nulla, e guarda il nulla. Non prende di mira nessun oggetto e sprofonda nell’assenza del soggetto (la mia, la sua: la nostra nello stesso tempo, per definizione, comune e divisa). Guardare nulla è in primo luogo la contraddizione intima del soggetto (la contrarietà in cui ha luogo un’intimità)». E quella che si avverte è esattamente una singolare sensazione di intimità tattile con le statue, riprese di fronte o di spalle; una sorta di prossimità alla “materia” di cui sono fatte. Ma c’è un'altra considerazione del filosofo francese che ci colpisce particolarmente se riferita alle immagini di Di Donato: «Il guardare porta il soggetto in evidenza. “Guardare” significa anzitutto badare [garder], warden o warter, sorvegliare, custodire
[prendre en garde] e fare attenzione [prendre garde]. Avere cura e preoccuparsi. Guardando veglio e (mi) sorveglio: sono in rapporto con il mondo, non con l’oggetto». ...